Vittorio Feltri “demonizza” gli scioperi della sinistra e parla di “rivolta sociale”, il piccato commento e la difesa a Salvini.
In un editoriale video pubblicato su IlGiornale.it, Vittorio Feltri ha espresso il suo disappunto riguardo ai prossimi scioperi previsti in Italia, che rischiano di paralizzare il Paese, in particolare durante un periodo delicato come quello natalizio.
Scioperi in arrivo: il commento di Feltri
Feltri ha spiegato che gli scioperi inizieranno giovedì sera e proseguiranno per tutta la giornata di venerdì, coinvolgendo tutti i settori dei trasporti, inclusi quelli marittimi: “Non si muoverà un autobus, un filobus, niente. Saremo completamente paralizzati, non solo a Milano ma in tutta Italia”.
Secondo Feltri, questa situazione rischia di danneggiare non solo i lavoratori, ma anche i commercianti, già in difficoltà in un periodo in cui le festività natalizie rappresentano una delle poche opportunità di crescita economica.
Feltri ha avanzato l’ipotesi che gli scioperi possano essere strumentalizzati a fini politici: “Non si capisce per quale motivo si scioperi, non lo dicono. Sembra una rivolta sociale contro qualcuno, probabilmente il governo. Si sa che i sindacati sono di sinistra”.
L’editorialista ha poi sottolineato l’impossibilità di fermare tali mobilitazioni, nonostante gli sforzi di Matteo Salvini, criticando l’inflessibilità dei sindacati: “Quando Landini e compagni decidono di fare una cosa, la fanno senza ascoltare nessun interlocutore”.
“Una paralisi che colpirà tutti”
Il giornalista ha descritto le ripercussioni degli scioperi, immaginando le difficoltà per i pendolari e le città completamente bloccate: “Dal giovedì sera alle 21 sarà già un disastro. Milano, per esempio, sarà paralizzata, e i pendolari? Dovranno trasformarsi in ciclisti e pedalare da Legnano a Milano?”.
Feltri ha concluso con una riflessione amara, sottolineando la frequenza di questi eventi: “Quest’anno abbiamo subito almeno 20 o 30 scioperi. Serve una legge per limitare queste raffiche, altrimenti non so dove andremo a finire. Siamo nel ridicolo e nel tragico e non c’è niente di peggio nel tragico quando diventa ridicolo”.
